Dal primo Gennaio 2021 ripartono le notifiche delle cartelle esattoriali dell’Agenzia dell’Entrate-Riscossione, ex Equitalia. Secondo le stime gli atti dell’Amministrazione Finanziaria saranno circa 9 milioni. A pochi giorni dalla partenza della riscossione, cerchiamo di fare un punto della situazione sulle attuali scadenze e la composizione dei ruoli.
LE ATTUALI SCADENZE
Il decreto Ristori Quater aveva previsto la sospensione per:
I NUMERI NELLE REGIONI
Differenti i numeri in base alle regioni, con il Lazio in testa con circa 1.585.000 di cartelle in arrivo, seguono Campania con 1.095.000 cartelle, Lombardia con 961.000 e la regione Puglia con 950.000. Delle 9 milioni di cartelle esattoriali, però, circa il 90% è costituito da debiti al di sotto dei 5.000 euro, con il 70% al dei 1000 euro, con percentuali vicine all’82% in Liguria e Toscana. Per quanto riguarda la tipologia di debiti circa il 36% riguarda cartelle dell’Agenzai delle Entrate, il 18% Violazioni del Codice della Strada e tributi locali, che in alcune regioni come Campania e Calabria tocca percentuali superiori al 40%.
LA COMPOSIZIONE DEI RUOLI
Alla data del 30 giugno 2020, il valore del carico contabile residuo, affidato dai diversi enti creditori all’Agente
della riscossione dal 1° gennaio 2000, ammonta a circa 987 miliardi di euro. Con riguardo alla stratificazione del magazzino per anno di riferimento del carico affidato, si rileva che:
• Il 35% del carico residuo da riscuotere, pari a circa 344 miliardi di euro, è relativo a crediti affidati dagli enti creditori fino al 2010, in gestione, quindi, da più di 10 anni;
• il 34%, pari a circa 333 miliardi di euro, è relativo a crediti affidati nel periodo dal 2011 al 2015,
• il restante 31%, pari a circa 310 miliardi di euro è relativo a crediti affidati successivamente al 2015.
Con riguardo invece alla scomposizione del magazzino in relazione all’ente impositore titolare del credito
affidato all’Agente della riscossione, si evidenzia che:
• il 79% del carico residuo da riscuotere, pari a circa 780 miliardi di euro, è relativo a crediti affidati da Agenzia delle entrate;
• l’11,6% da crediti affidati da INPS per un controvalore di 114 miliardi di euro;
• il restante 9,4%, pari a circa 93 miliardi di euro è relativo a crediti di altri enti erariali (5%), INAIL (1%), Comuni (1,9%) e altri enti non erariali, quali, ad esempio, Camere di Commercio, Regioni, Consorzi, Casse di previdenza, Ordini Professionali.
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